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EVIDENZA SCIENTIFICA

Allenamento isoinerziale

Isoinerziale, le origini

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L’allenamento isoinerziale è una metodica di allenamento che ha origine circa a metà degli anni Ottanta. Ideata dapprima per gli astronauti che in orbita avevano necessità di allenarsi per mantenere il tono muscolare e per fare esercizio contro resistenza, si è sviluppata poi anche in ambito sportivo e, infine, fisioterapico e riabilitativo.
L’ideazione del volano è del Dr. Archibald V. Hill. Nel 1922 il Dr. Hill ha introdotto il cosiddetto volano inerziale, una ruota pesante che ruotando sul proprio asse poteva raggiungere un’elevata velocità ed offrire un esecuzione più ottimale e una maggiore efficienza meccanica nelle richieste di elevata intensità. Il Dr. Hill segna l’innovazione, ma come detto in precedenza, solamente dopo la metà degli anni ’80 Hans Berg e Per Tesch hanno pubblicato una serie di lavori usando la nota metodologia isoinerziale. Il Dr. Per Tesch, recentemente nel 2017, ha analizzato nell’articolo Clinical Applications of Iso-Inertial, Eccentric-Overload (YoYo™) Resistance Exercise tutta la storia del metodo evidenziandone gli effetti.

Ma come funziona?

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L’allenamento isoinerziale rappresenta un nuovo concetto di allenamento muscolare che sfrutta macchinari con una resistenza creata da una massa messa in rotazione dal movimento dell’utente stesso.

Tale massa è rappresentata da un volano (o inerzia), cui è avvolta una corda inestensibile.
Questa corda viene regolata in base alla lunghezza del movimento da eseguire in modo da immagazzinare velocità durante la fase concentrica del movimento.
Nella fase concentrica la corda viene completamente tirata, per poi riavvolgersi intorno all’albero centrale durante la fase eccentrica. Il lavoro maggiore che si ha è proprio durante la fase eccentrica del movimento, in cui ci si deve opporre alla forza con la propria attivazione muscolare.
Il metodo, in ambito sportivo, ha visto un suo grande utilizzo grazie agli studi spagnoli di Tous che ha evidenziato come tale strumento fosse utile per creare un sovraccarico eccentrico durante l’esercizio.
La ricerca ci ha spiegato che per usare correttamente questa tecnologia, l’atleta deve applicare la massima forza durante la fase concentrica dell’azione. Il dispositivo inerziale, quindi, produrrà una forza contraria che dovrà essere contrastata e controllata dall’atleta nella fase eccentrica del movimento senza un interruzione.
Secondo Tesh, 2004 il beneficio eccentrico, lo si avrà solamente se l’atleta accompagnerà la macchina nei primi due terzi della corsa articolare, per poi applicare la massima forza frenante nell’ultimo terzo di questa fase.
Norrbrand (Norrbrand, 2008) del Karolinska Institutet ha studiato il metodo con esercizi di estensione del ginocchio contro una resistenza gravitazionale e l’altra inerziale. Lo studio ha dimostrato una migliore relazione nello sviluppo della forza tra le fasi concentriche ed eccentriche dell’azione nel dispositivo inerziale con notevoli adattamenti nella fase eccentrica.
La relazione tra le fasi del movimento e lo sviluppo di una o più proprietà dell’atleta, durante un’attività
con ausili di tipo isoinerziali, sono state studiate da numerosi scienziati e preparatori.
Tra i tanti citiamo:

Askling (2003): nel suo studio, ha utilizzato la YoYo squat (Svezia) con un protocollo 4x8rep. trovando un aumento significativo della potenza nel test effettuato con questo tipo di allenamento.

De Hoyo (2015), ha sviluppato un programma di allenamento della forza: 10 settimane con giovani calciatori nelle categorie sub-17 e sub-19, distribuiti in un gruppo di controllo (non hanno fatto alcun tipo di lavoro di forza, solo allenamento tecnico e tattico) e un gruppo sperimentale. Come auspicabile il gruppo sperimentale, con una frequenza di allenamento compresa tra 1 e 2 sessioni a settimana (3-6 serie di 6 ripetizioni), ha ottenuto risultati migliori in termini di prevenzione degli infortuni e ha anche mostrato miglioramenti nella capacità di saltare e sprintare.


Maroto-Izquierdo (2017), hanno sviluppato un protocollo di 6 settimane di allenamento con una macchina leg press YoYo (Svezia). Sono stati ottenuti miglioramenti nella massima resistenza dinamica del quadricipite, nella MVC a diversi carichi, nel salto verticale e nella prova di accelerazione su 20 metri.
Per quanto riguarda il lavoro di Maroto-Izquierdo (2017) sono importanti due Review successive.
I due studiosi hanno supportato l’idea che il lavoro isoinerziale raggiunga adattamenti superiori in termini di forza, potenza e livelli di ipertrofia, sia in soggetti sani che in atleti. Sono stati descritti i vantaggi di lavorare con tale metodologia, con azioni sviluppate alla massima intensità e i loro miglioramenti anche in qualità più funzionali alle prestazioni sportive.
Tuttavia, nel lavoro di revisione di Vicens-Bordas (2018), gli autori hanno spiegato come l’allenamento della forza, usando i volano inerziali, non può essere identificato come superiore rispetto all’allenamento tradizionale.
Gli autori hanno criticato il lavoro di Maroto-Izquierdo (2017), sostenendo che diversi studi utilizzati in quest’ultima revisione non hanno realmente confrontato l’allenamento inerziale e l’allenamento tradizionale (gravitazionale). Secondo Vicens-Bordas (2018), sono necessari ulteriori studi, preferibilmente RCT, per raggiungere alcune conclusioni.


Su tale argomento numerosi sono gli studi che si stanno muovendo attorno a Spacewheel e gli altri meccanismi isoinerziali. Un differente punto di vista ci viene fornito da R. M. Capello, Direttore tecnico presso EYGEA, Direttore Sportivo di 3° livello e docente presso FCI, al lavoro nello staff Sanitario Primavera Torino F.C.
Egli afferma in sintesi che, dando per assodato che la metodica isoinerziale sfrutti l’alternanza di contrazione concentrica ed eccentrica, produca un lavoro molto più simile ad un movimento eseguito durante qualsiasi gesto sportivo rispetto ad altre metodologie. Ogni gesto tecnico e fisico si basa sull’alternanza di accelerazione e decelerazione di uno o più segmenti corporei, i quali immagazzinano e restituiscono forza in funzione dell’obiettivo.
Aggiunge poi che anche nella pliometria si ha un’alternanza delle diverse contrazioni, ma in questo caso viene prodotto un sovraccarico indotto dalla velocità di esecuzione del gesto durante la fase eccentrica. Tutto ciò con i macchinari isoinerziali può non essere necessariamente generato, dato che tutto dipende dalla velocità con la quale viene eseguita la fase concentrica. Inoltre in un gesto pliometrico si ha un sovraccarico articolare maggiore, il quale può essere limitato in buona parte con l’allenamento isoinerziale.

Questo aspetto diventa cruciale in ambito preventivo.
Il punto chiave dell’allenamento isoinerziale è stimolare l’atleta o l’utente ad eseguire un gesto motorio che rimandi inevitabilmente al gesto tecnico-sportivo. In questo modo si può ottenere un allenamento
ottimale e completo in vista della performance.
Una delle differenze rispetto ai lavori con i sovraccarichi in genere, a meno che non venga eseguito un gesto esplosivo, sta nel fatto che la forza prodotta con macchinari isoinerziali non è costante ma varia, esattamente come succede nella realtà.
In uno studio di Onambelè & coll. del 2008, sono stati messi a confronto due gruppi di soggetti sopra i 70 anni. A questi soggetti è stato assegnato rispettivamente un programma di lavoro di rinforzo muscolare sugli estensori di ginocchio con macchinari isoinerziali e con sovraccarichi.
Non solo il lavoro con la metodica isoinerziale ha prodotto un maggior incremento della potenza nel quadricipite, ma si sono ottenuti notevoli benefici sulla componente mio-tendinea dei flessori plantari del piede, con un incremento anche dell’equilibrio.
Inoltre, in una ricerca di Baricich & coll., che metteva a confronto l’allenamento con sovraccarichi rispetto all’isoinerziale nell’esecuzione di un Front Squat, si sono evidenziate notevoli differenze. In particolare modo durante la fase eccentrica, è stato evidenziato con elettromiografia un’attivazione muscolare globale maggiore.
Capello conclude infine affermando che: è la fase eccentrica lo snodo della metodica isoinerziale.

Negli ultimi anni si è posta molta attenzione su questa componente di lavoro in ottica di prevenzione infortuni e problematiche mio-tendinee. Questo aspetto non è assolutamente da sottovalutare, in quanto è noto in che modo sia difficile enfatizzare con i vari utenti la cura della fase eccentrica del movimento. Spesso non viene considerata quanto dovrebbe, ma in realtà è la regina del benessere articolare. Durante la fase eccentrica si riesce ad offrire un grande stimolo alla componente tendinea come sostegno conseguente dell’apparato legamentoso delle varie articolazioni.
Sono ormai diversi gli studi e le ricerche condotte in questo senso e la maggior parte, se non tutte, dimostrano che gli effetti di un allenamento mirato sulla fase eccentrica offrono benefici incredibili nel benessere della persona. E’ evidente l’importanza della componente eccentrica e sarebbe bene che tutti gli addetti ai lavori ne comprendano l’importanza, per mirare sempre più al benessere della persona o dell’atleta, o del paziente nel caso di un terapista.
A sostegno della tesi del Dott. Capello riportiamo alcuni studi:
Nel 2007 Visnes e Bahr hanno valutato l’allenamento eccentrico in funzione delle tendinopatie rotulee ed hanno evidenziato come questo possa essere funzionale alla causa.
Nel 2008 Hibbert & coll. hanno eseguito una review di molteplici studi riguardanti la minor incidenza sulle lesioni dei muscoli ischio-peroneo-tibiali dopo un programma di lavoro sulla contrazione eccentrica.
Nel 2014, una ricerca condotta da Zuppardo & coll. ha fatto emergere come in atleti amatori il grosso deficit muscolare in fase eccentrica possa aumentare gravemente i rischi di infortunio al legamento crociato anteriore (LCA) e che un programma di lavoro isoinerziale sarebbe l’ideale in ottica di prevenzione.
In uno studio di Norrbrand, Pozzo e Tesch del 2010, è stato studiato quanto effettivamente l’allenamento isoinerziale produca maggior stimolo nella contrazione eccentrica rispetto ad un allenamento classico con sovraccarichi. Anche in questo caso i ricercatori sostengono come, sia nella fase concentrica che nella fase eccentrica, durante l’esecuzione del gesto, si sia arrivati vicino a produrre un’attivazione muscolare massimale, maggiore rispetto ad una metodica classica.
L’utilizzo delle macchine isoinerziali può essere molto vario e per qualsiasi tipologia di utente.
Lo stimolo è prodotto esclusivamente dalla velocità di esecuzione, oltre che dal peso della resistenza posta alla base della macchina. Non si hanno ulteriori sovraccarichi articolari in quanto non vengono
utilizzati pesi, ma esclusivamente resistenze legate a dei cavi inestensibili. Si possono svolgere esercizi a catena cinetica chiusa, ottimali ad esempio nelle prime fase di una riabilitazione, così come a catena cinetica aperta, per svolgere attività multi planari.
Ciò che il Dott. Capello sottolinea, è che con l’utilizzo dell’allenamento isoinerziale non si vuole sminuire o sostituire nessun altro tipo e metodo di lavoro. Questa metodica deve rappresentare un supplemento per migliorare ulteriormente la preparazione atletica, la riabilitazione e la riatletizzazione motoria.

Inserire questa nuova metodica nel proprio lavoro rappresenta una possibilità sempre maggiore per poter lavorare al meglio in ottica di reale prevenzione.
I maggiori palcoscenici sportivi ed i maggiori club d’Europa e del mondo sono già attrezzati in questo senso ed hanno negli anni trovato dei benefici e dei miglioramenti, nei confronti dei loro atleti, inconfutabili.

La differenza tra la metologia isoinerziale e le altre forme di allenamento.

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Per comprendere meglio quelle che sono le differenze sostanziali tra la metodologia isoinerziale e le altre (in particolare isotonica e isocinetica) ci rifacciamo alle parole del Prof. Carmelo Bosco, considerato come il più importante ricercatore italiano, non medico, nella Scienza dello sport.
Egli, nel suo testo “Methods of functional testing during rehabilitation exercises”, Department of Exercise Physiology and Sport Biomechanics (University of Budapest Hungary), University of Rome Tor –Vergata, Italy,School of Specialisation in Physical Medicine and Rehabilitation, afferma che: […] Entrambe le metodiche (isotonica e isocinetica) hanno il limite di indurre una contrazione muscolare che non si realizza durante l’esecuzione di un qualsiasi gesto motorio: i movimenti articolari durante i normali compiti motori come deambulare, correre o muovere resistenze esterne non sono, infatti, eseguiti né ad un angolo articolare fisso (valutazione isometrica) né tantomeno a velocità angolare costante (valutazione isocinetica) […].
Sulla base delle critiche rivolte alla metodica isometrica e isocinetica, negli anni ‘90 il Prof. Bosco propose la valutazione della forza muscolare in modalità isoinerziale. Inoltre affermò che da un punto di vista neuromuscolare, questa condizione rispecchia maggiormente il regime di contrazione muscolare che è alla base di qualsiasi gesto atletico tipicamente indirizzato a muovere resistenze esterne contro gravità (correre, saltare, lanciare oggetti, etc.).
Riguardo la sicurezza nell’esecuzione dell’esercizio sottolinea che, i sovraccarichi alle strutture tendinee, evitati con apparati isocinetici, possono essere prevenuti utilizzando carichi molto leggeri che possono essere somministrati sin dall’inizio della fase riabilitativa.
Su questo tema è inoltre interessante riportare le osservazione fatte dal preparatore e scrittore G.N. Bisciotti nel 2012 nel suo intervento presso la Facoltà di Scienze dello Sport, Università di Lione “La modalità isoinerziale come metodica d’indagine della funzionalità biomeccanica muscolare”.
Egli sottolinea come la prima sostanziale differenza è costituita dal fatto che, nel corso di un movimento isocinetico, il muscolo contraendosi a velocità costante, non può generare accelerazione, che al contrario, costituisce una delle caratteristiche principali del movimento naturale.
Secondariamente occorre evidenziare come la maggior parte dei movimenti umani, sia caratterizzata da un’attivazione muscolare che comporta una fase di contrazione muscolare di tipo eccentrico, immediatamente seguita da una fase concentrica (Goubel, 1987; Komi, 1987).
Questo particolare tipo di attivazione, viene comunemente definito come ciclo stiramento accorciamento (SSC) (Norman e Komi, 1979; Komi, 1984).
Occorre ricordare come il muscolo, nel corso di un movimento che preveda uno SSC, sia in grado di
sviluppare delle velocità angolari molto rilevanti, che possono raggiungere i 15-16 rad. sec-1 (Bosco, 1982 ; Bosco, 1997), mentre le velocità angolari raggiungibili nel corso di un movimento effettuato su di un apparecchiatura isocinetica possono essere al massimo dell’ordine dei 6 rad. sec-1.
Inoltre anche le più moderne apparecchiature isocinetiche, permettono al massimo un tempo di inversione dalla fase eccentrica alla fase concentrica (coupling time) di circa 50-100 ms, mentre nel corso di uno SSC effettuato in condizioni di attivazione naturale, quest’ultimo è di circa 10 ms.
Un ulteriore differenziazione tra il movimento eseguito in forma isocinetica, rispetto all’attivazione di tipo isoinerziale, è costituita dal diverso pattern di attivazione neuromuscolare.
Infatti un movimento di tipo isoinerziale, è caratterizzato da una forte attivazione mioelettrica iniziale, corrispondente al momento in cui occorre vincere l’inerzia del carico, seguita da un marcato decremento mioelettrico, dovuto anche ad un probabile effetto inibitorio da parte dei Corpuscoli Tendinei del Golgi (Angel, 1974; Bosco e coll., 1982).
Al contrario, durante una contrazione di tipo isocinetico, l’attività elettromiografica (EMG) si mantiene sostanzialmente alla stessa magnitudo lungo tutto l’arco del movimento, anche se normalmente l’EMG registrato durante un movimento isoinerziale, anche nella sua fase di minor magnitudo, si mantiene comunque più alto rispetto all’EMG registrato durante lo stesso tipo di movimento eseguito in modalità isocinetica a parità di carico (Hislop e Perrine, 1967).
Tutta queste serie di valutazioni, come suggerito da G.N Bisciotti, deve indurci a considerare sia le esercitazioni, che i test isocinetici, come un metodo interessante, sia di lavoro, che di indagine di tipo neuromuscolare, solamente nella prima fase di una riabilitazione post-traumatica.
Le grosse differenze inerenti soprattutto la diversità dei pattern di attivazione neuromuscolare tra la contrazione isocinetica ed isoinerziale, dimostrano infatti che attraverso una monitorizzazione di tipo isocinetico, come la costruzione della relazione forza-velocità, il quadro neuromuscolare di riferimento sia estremamente limitato. Oltre a questo importantissimo aspetto, occorre anche aggiungere la mancanza di accelerazione, che al contrario costituisce una delle caratteristiche di base del movimento balistico di tipo isoinerziale naturale e la conseguente diversità nei pattern di attivazione neuromuscolare.

Isoinerziale, dall'allenamento alla fisioterapia

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La tecnologia isoinerziale è stata molto utilizzata nel trattamento delle tendinopatia. Ad esempio nella tendinopatia patellare cronica utilizzando una macchina isoinerziale collegata ad un Leg Press (Svezia) c’è stato un effetto chiaramente positivo sugli atleti (Romero-Rodríguez et al., 2011).
I soggetti hanno ridotto la loro percezione del dolore (scala VAS) e migliorato la loro capacità funzionale, aumentando i livelli di forza e l’attivazione neuromuscolare dopo l’allenamento attraverso un sovraccarico eccentrico.
Il metodo isoinerziale è stato studiato anche a scopo preventivo. Infatti, Gual et al., 2016 hanno sommistrato un protocollo di lavoro su singola sessione a giocatori di pallavolo e basket con ottimi risultati. Nel campo della prevenzione degli infortuni molti studi tra cui lo stesso Gual et al., 2016; Askling et al., 2003 e de Hoyo et al., 2016 hanno studiato il metodo utilizzando il disco cilindrico.


La relazione forza-velocita’ isoinerziale come metodo diagnostico, caso studio: l’articolazione del ginocchio
Il Dott. Bisciotti attraverso i suoi studi ha evidenziato come la relazione forza-velocità costruita attraverso la metodica isoinerziale, può quindi costituire un importante mezzo di informazione per ciò che riguarda i parametri neuromuscolari tipici di un pattern di attivazione naturale di tipo balistico.
La costruzione di una relazione forza velocità di tipo inerziale può essere effettuata sia attraverso un movimento di tipo concentrico - eccentrico oppure attraverso una modalità che preveda uno SSC, monitorando l’azione muscolare attraverso tutto il possibile range di relazione forza-velocità, in altre parole attraverso tutti i possibili rapporti di velocità di contrazione e di produzione di forza.
Nel caso di una relazione forza velocità isoinerziale costruita attraverso un movimento puramente concentrico avremmo naturalmente delle informazioni di tipo meccanico inerenti il solo comportamento della Componente Contrattile (CC), mentre nel caso di una relazione forza-velocità costruita attraverso dei movimenti che comportino una fase di SSC, avremmo delle informazioni anche sul comportamento meccanico della Componente Elastica in serie (SEC), il confronto tra le due curve può fornire quindi importanti informazioni sul comportamento elastico della muscolatura considerata. Infine nel caso di una relazione forza-velocità di tipo eccentrico è possibile indagare il comportamento muscolare della CC in condizioni di allungamento.
In campo diagnostico-sportivo la relazione forza-velocità può dare importantissime informazioni soprattutto nell’ambito di due aspetti principali:
Il primo, costituito dalla possibilità di ‘fotografare biomeccanicamente’ il comportamento neuromuscolare di un muscolo sano, in previsione, in caso di trauma, di poter avere, in fase riabilitativa, un comparativo di biomeccanica muscolare ottimale al quale fare riferimento durante la fase riabilitativa stessa;
Il secondo costituito dal monitoraggio costante, operabile sempre in fase riabilitativa, attraverso il quale sia possibile ricavare dati utilizzabili nella stesura e nel controllo della fase fisioterapica.
Attraverso la costruzione della relazione forza-velocità tramite la modalità isoinerziale, è quindi possibile calcolare anche la massima potenza teorica esprimile nel corso del movimento indagato.
Quest’ultimo dato può costituire un ulteriore importante parametro di valutazione e controllo in ambito funzionale e riabilitativo.
L’alta riproducibilità della relazione forza velocità (r=0.85-0.967) (Bosco, 1991; Bosco e coll., 1995; Murphy e Wilson, 1994; Bisciotti e coll. 1999) garantisce l’affidabilità scientifica di questo metodo di indagine.
Bisciotti conclude affermando che la costruzione della relazione forza-velocità isoinerziale presenta quindi un indubbio valore di tipo diagnostico in ambito riabilitativo soprattutto per la totale attinenza con i pattern di attivazione neuromuscolare che si ritrovano nel corso di un movimento naturale di natura balistica, tipico del gesto sportivo, attinenza al contrario disattesa nel caso di test di tipo isocinetico.


Un sovraccarico eccentrico può migliorare la performance? Caso studio: il calcio.
Nell’allenamento della forza, sono molti i metodi studiati da ricercatori e messi in campo dai preparatori fisici per migliorare le qualità atletiche di sportivi, tra cui il metodo isoinerziale.
A tal proposito, è interessante uno studio del 2018 pubblicato da Luis Suarez-Arrones et al., dal titolo In-season eccentric-overload training in elite soccer players: Effects on body composition, strength and sprint performance. Il documento tratta lo studio sulla preparazione atletica di una squadra di calcio.
Lo scopo dello studio è stato quello di descrivere i cambiamenti nella composizione corporea, sulla forza e sulla performance di sprint durante l’arco di un’intera stagione in cui venivano effettuati due allenamenti con sovraccarico attraverso l’utilizzo del metodo inerziale.
E’ stata valutata la composizione corporea dei 14 giovani calciatori che hanno partecipato allo studio attraverso la DEXA, l’output di forza e lo sprint sui 40m.
L’allenamento con sovraccarichi consisteva di sessioni in cui si effettuavano 1-2 set di 10 esercizi di upper body e core nel Day 1, e Lower body nel Day 2; la durata del protocollo è stata di 27 settimane.
La massa grassa è diminuita (-6.3±3.6%, ES = -0.99±0.54) sostanzialmente, a favore dell’aumento di massa magra (2.5±0.8%, ES = 0.25±0.09).
E’ stato osservato un sostanziale miglioramento nell’output di potenza sul mezzo squat (from 3% to 14%, ES from 0.45 to 1.73) e sulla performance di sprint e (from 1.1% to 1.8%, ES from -0.33 to -0.44).
Un allenamento combinato di calcio e sovraccarico eccentrico (con metodo isoinerziale) ha promosso cambiamenti positivi nella composizione corporea e nei fattori prestativi, sia per ciò che riguarda la pratica di campo sia nella prevenzione infortuni dei calciatore di élite.
A tal proposito, risulta interessante la visione di Roberto Sassi, preparatore atletico, emersa in una sua intervista di qualche anno fa.


Caso studio: il calcio. Intervista a Roberto Sassi (di F. Ferretti)
Roberto Sassi è uno dei più noti preparatori atletici del calcio. Oltre che in molte squadre italiane di Serie A (Lecce, Lazio, Torino, Verona, Fiorentina, Parma, Sampdoria), ha avuto esperienze di lavoro anche in Premier League (Chelsea) e ne La Liga (Valencia ed Atletico Madrid); è un punto di riferimento per molti suoi giovani colleghi o aspiranti tali. Mognoni diceva che nessuno quanto Roberto Sassi disponeva di così tanti test di giocatori di calcio, fra l’altro di tutto il mondo (molti dei quali di livelli elevatissimi) e per di più eseguiti con molto rigore. Il suo lavoro con le squadre è caratterizzato, per esempio, dall’applicazione metodica dello stretching dinamico, dal controllo dell’impegno cardiaco durante lo sforzo, dalla valutazione – parallela a quella dell’allenamento – dei valori ematochimici e così via. In questa intervista, in ogni caso, si parla soprattutto del nuovo metodo per la forza che per primo ha introdotto in Italia.


Roberto, secondo te, è importante l’allenamento della forza per il calciatore? E se sì perché?
Tutta la letteratura internazionale concorda sul fatto che nei giochi sportivi (e quindi anche nel calcio) l’allenamento alla forza non solo incrementa il rendimento del giocatore, ma previene anche gli infortuni. [...] Il concetto più importante è quello che riguarda la potenza meccanica muscolare, vale a dire la capacità del sistema neuromuscolare di esercitare la massima espressione del movimento muscolare, in cui vi è l’interazione tra la massima forza e la massima velocità possibile. La potenza meccanica muscolare, calcolata come prodotto di forza x velocitá, è uno dei fattori che più di tutti influiscono sul rendimento di qualunque sportivo. [...]


E’ vero che le per allenare la forza non utilizzi più alcuni dei mezzi tradizionali?
Girando il mondo, andando ai convegni, scambiando pareri con i colleghi di vari paesi e lavorando sul campo, mi sono fatto via via delle convinzioni. Per le braccia e il tronco uso ancora i bilancieri, così come lavoro nella maniera classica sugli addominali e sui dorsali, avendo come obiettivo la stabilizzazione del busto. Per migliorare la forza degli arti inferiori, invece, non uso più i balzi alla Bosco o gli ostacoli, ma neppure le macchine isotoniche, costruite per il fitness delle persone normali. Sono tutti mezzi senz’altro efficaci, ma adesso ci sono macchine che permettono di ottenere maggiori miglioramenti e con le quali, si nota un miglioramento della capacità di balzo in giocatori che, si badi, non hanno mai fatto balzi durante l’allenamento.
[...] Di sicuro questo nuovo metodo crea meno danni muscolari e del tutto verosimilmente li previene.

I giocatori che hanno lavorato con tale metodica negli ultimi tre anni, non hanno avuto lesioni agli ischio-crurali o tendiniti.


Come mai, secondo te, in questo periodo c’è la sensazione che gli infortuni muscolari tendano ad aumentare?
Dai miei dati risulta che di sicuro nella nostra serie A c’è un aumento degli infortuni muscolari. I motivi, secondo me, sono per lo meno tre. Il primo è che, prima di ciascuna seduta (anche quando se ne fanno due al giorno) non si fa un riscaldamento efficace. O, forse, si dovrebbe dire che con i giocatori (ma lo stesso vale per atleti di altri sport) non si educa alla prevenzione muscolare. Il secondo motivo riguarda proprio il lavoro per la forza. Tutti i preparatori e numerosi articoli scientifici sostengono che l’allenamento della forza è un aspetto importante per la prevenzione degli infortuni; ma se poi le lesioni muscolari aumentano, significa che nelle metodiche di allenamento facciamo qualcosa di sbagliato. Personalmente penso che il lavoro eccentrico sia molto importante. [...]
Come hai conosciuto queste nuove metodiche di lavoro per la forza?
[...] In Spagna, invece, ho avuto scambi molto interessanti e molto utili con i tecnici sportivi di quel paese che, non a caso, ottiene risultati di alto livello in tanti sport diversi. Ad un congresso ho anche avuto la possibilità di entrare in contatto con il gruppo di lavoro spagnolo guidato da Julio Tous. Ho così potuto conoscere la metodologia di lavoro con macchine apposite per l’allenamento della forza eccentrica. Con Tous ho poi instaurato un rapporto di amicizia e collaborazione e, in seguito, ho ottenuto dalla società di inserirlo nello staff di collaboratori esterni della prima squadra della Sampdoria nel 2006-2007 quando ne ero preparatore. 


Può spiegarmi in modo semplice il principio di funzionamento di queste macchine?
Curiosamente, questa tecnologia è inizialmente nata in collaborazione con la NASA per permettere agli astronauti di allenarsi nello spazio prevenendo l’atrofia nei muscoli posturali (non utilizzati in assenza di gravitá). Successivamente, se ne è scoperto il potenziale nell’applicazione nel settore sportivo e funziona così: durante la fase concentrica dell’esercizio, il muscolo viene contratto con la massima forza possibile tirando una cinghia arrotolata sull’asse di un volano che, in questo modo, si mette in rotazione ad alta velocità. La cinghia ha una lunghezza tale da essere completamente svolta alla fine del movimento. A causa della propria inerzia il volano continua a ruotare, riavvolgendo la cinghia nel senso opposto, dunque tirando a sè l’arto. Inizia così la successiva fase eccentrica di lavoro muscolare. Il soggetto, in altre parole, dopo una blanda resistenza iniziale, inizia a frenare, tirando la cinghia fino al completo arresto del volano. Quando ricomincia a tirare, si inizia la successiva ripetizione e così via per tutta la durata dell’esercizio. Diventa possibile aumentare o diminuire l’inerzia montando un numero maggiore o minore di volani: una maggiore inerzia è piú adatta a lavori di forza massimale, mentre una minore inerzia comporta movimenti molto piú rapidi (e comunque massimali) ed è piú adatta allo sviluppo di forza esplosiva.


Qual è la differenza principale rispetto agli esercizi convenzionali?
Una delle differenze principali rispetto agli esercizi convenzionali (macchine a pesi, bilancieri o manubri) è che, mentre con i pesi la resistenza è costante ed equivale al carico impostato (esercizio isotonico), nei dispositivi isoinerziali la resistenza è adattata in ogni istante, e proporzionale alla forza sviluppata: maggiore è la forza, maggiore sarà l’accelerazione con la quale il volano reagisce (esercizio isoinerziale). Questo metodo di lavoro riproduce esattamente la situazione in cui il muscolo lavora durante l’attivitá sportiva: a forza e velocitá variabile, ed accelerando e decelerando un carico inerziale (come la palla, un arto, il corpo stesso durante uno sprint). Inoltre, essendo la resistenza proporzionale allo sforzo sviluppato, ogni ripetizione puó essere svolta alla massima forza possibile e, contrariamente ai pesi tradizionali, è per definizione massimale (sebbene a forza decrescente a causa della fatica). Ne consegue una maggiore carica di allenamento a paritá di numero di ripetizioni – e quindi un maggior rendimento.


Ci sono altri vantaggi utilizzando macchine con sistema isoinerziale?
Il vantaggio principale è la possibilità di sviluppare un cosidetto sovraccarico eccentrico, ovvero una forza e potenza di picco maggiore nella fase eccentrica (per l’appunto, quella a maggior rischio di lesioni) rispetto alla concentrica. In pratica, durante la fase concentrica si carica il volano di energia (cinetica), e questa energia è restituita integralmente durante la successiva fase eccentrica. Se in questa fase si ritarda la frenata, lasciando inizialmente riavvolgere la cinghia senza opporre resistenza, verrà di conseguenza ridotta la durata della fase eccentrica attiva. Come conseguenza, la potenza sviluppata (che il rapporto fra l’energia ed il tempo in cui è sviluppata o assorbita) sarà maggiore. Controllando la durata e intensità della fase di frenata, è pertanto possibile riprodurre un sovraccarico eccentrico simile a quello a cui è esposto il muscolo in condizioni di gioco. Questo ovviamente presuppone l’utilizzo di apparati idonei a misurare tale sovraccarico e fornire un feedback al giocatore per permettergli di lavorare in condizioni controllate. [...]


Che tipi di infortuni hai avuto utilizzando questa metodologia?
L’allenamento eccentrico succitato - consistente nell’esporre il muscolo, in condizioni controllate, a carichi eccentrici elevati - è attualmente riconosciuto come il più efficace metodo di prevenzione delle lesioni. Dal punto di vista pratico, l’utilizzo delle macchine isoinerziali, quando sia abbinato ad altre strategie di lavoro, ha evidenziato un decremento del 19% sugli infortuni muscolari e del 33% su tutti i tipi di infortuni in una squadra di calcio professionistico. Esiste un ampia letteratura scientifica a documentare l’efficacia di tale metodologia (per chi volesse approfondire, segnalo fra i vari autori: Berg, Tesch, Dudley, Trappe, Alkner, Pozzo, Tous, Fluckey, Narici). Nella stagione scorsa, con la Squadra Primavera, pur allenandoci su campi sintetici e giocando su campi in erba, abbiamo avuto un solo infortunio muscolare (retto femorale), ma, soprattutto, nei due anni in cui ho utilizzato questa metodologia non ho avuto nessun infortunio muscolare agli ischio-crurali.
Oltre alla Sampdoria, quali altre squadre in Italia hanno utilizzato questo lavoro?
Dopo che ne ho parlato io, lo hanno adottato la Fiorentina, la Lazio e il Sassuolo. Anche molte delle migliori squadre europee sono utilizzatori di queste macchine. Per citarne alcune: il Barcellona, il Deportivo La Coruña, il Porto, il Liverpool, l’Ajax, il Le Mans...


Con queste macchine quanto lavoro si deve fare in ogni seduta?
In una squadra di giovani, io faccio compiere due sedute settimanali; la prima è costituita da tre circuiti da 10-12 stazioni, delle quali tre con macchine isoinerziali. Ognuno dei tre circuiti dura circa 15 minuti. La seconda sessione, invece, è di 1 o 2 circuiti.

Incremento muscolare Sampdoria.PNG

Figura 1. Aumento della massa muscolare nell’arco di una stagione agonistica in una Squadra di categoria Primavera

Incremento salto.PNG

Figura 2. Rappresentazione dell’altezza nel test di salto verticale (effettuato tramite pedana dinamometria Kistler® che permette di misurare direttamente anche le forze applicate dall’atleta e quindi la potenza sviluppata durante il test) dei giocatori della squadra primavera da luglio 2007 a marzo 2008. (*; p<0.05; Valore significativamente più alto degli altri due test effettuati in luglio 2007 e dicembre 2007)

Incremento potenza.PNG

Figura 3. Rappresentazione della potenza sviluppata nel test di salto verticale (sempre effettuato tramite l’utilizzo della pedana dinamometria Kistler®) dei giocatori della squadra primavera da luglio 2007 a marzo 2008. *; p<0.05; Valore significativamente più alto del test effettuato in luglio 2007

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NON SOLO SPORT

Rush è il macchinario Spacewheel auxotonico per
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Possibilità di lavoro fino ad un massimo di 24 metri di
distanza dalla macchina
Facile modulazione dei carichi di lavoro
Fino a quattro punti di lavoro contemporaneamente

INFINITY

colonne per l'ottimizzazione dello spazio

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DYNAMIC

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La serie Dynamic è la linea di macchinari Spacewheel isoinerziale, destinata a tutte le fasi dell’attività fisica: dalla preparazione alla riabilitazione.
L’esercizio isoinerziale comporta un miglioramento delle funzioni di coordinazione del corpo e un allenamento completo sia nella fase di stiramento del muscolo (fase concentrica) che di contrazione (fase eccentrica)

RUSH

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La serie Infinity è la linea Spaceweel di colonne isoinerziali, destinata a tutte le fasi dell’attività fisica, per tutto il corpo.

Infinity è nata per l'ottimizzazione dello spazio di lavoro.

Con i suoi modelli estremamente versatili è possibile anche lavorare in due contemporaneamente.

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